Giornata mondiale senza tabacco
Giù la maschera: ecco i trucchi dell’industria per rendere attraenti tabacco e nicotina. CRO in prima linea per sensibilizzare la popolazione

Giù la maschera: ecco i trucchi dell’industria per rendere attraenti tabacco e nicotina. È questo il tema scelto per la Giornata mondiale senza tabacco 2025, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute (link). Il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano si unisce a questa campagna di sensibilizzazione che punta a mettere a nudo le tattiche impiegate per rendere attraenti prodotti dannosi.
I NUMERI. Il fumo causa il 25% dei decessi per tumore, il 32% negli uomini e l’11% nelle donne. Provoca il 90% dei tumori polmonari, il 68% dei tumori faringei, il 47% dei tumori della vescica e percentuali importanti di numerose altre neoplasie. Il fumo passivo nelle donne non fumatrici sposate con fumatori ha causato il 13% dei casi di cancro ai polmoni (link alla ricerca).
Il fumo è responsabile di molte altre patologie gravi, come malattie cerebro-cardiovascolari (ictus, infarto) e respiratorie (enfisema, asma e broncopolmonite cronica ostruttiva). In Italia si stima che, nel 2021, il 9% di tutti i decessi (pari a oltre 61mila morti) sia attribuibile al consumo di tabacco.
Nonostante negli ultimi 30 anni la percentuale di fumatori si sia ridotta, lentamente ma significativamente, in Italia ancora il 24% degli adulti (18-69enni) è un fumatore e il 17% è un ex-fumatore. L’abitudine di consumare tabacco è più frequente fra gli uomini (28%) rispetto alle donne (21%) e interessa soprattutto i più giovani. Fumare è fortemente associato allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche e bassa istruzione (26% fra chi ha la licenza elementare contro il 18% fra i laureati).
La nicotina, presente sia nelle sigarette tradizionali sia in quelle elettroniche, crea una dipendenza fisica e psicologica difficile da eliminare. Per questo scoraggiare i giovani dall’iniziare a fumare e invitare a smettere a qualunque età, anche dopo i 60 anni, potrebbe avere un grande impatto in termini di salute pubblica, oltre che sulla qualità di vita delle persone. Per prevenire e contrastare l'iniziazione e incentivare la disassuefazione dai prodotti del tabacco e contenenti nicotina, è necessario conoscerne gli effetti (link) e scoraggiare questa dipendenza tra i ragazzi.
La sigaretta elettronica (chiamata anche e-cig o svapo) è un dispositivo che rilascia nicotina ed è stato inventato circa 20 anni fa con l'obiettivo di aiutare i fumatori di sigaretta che non riescono da soli a smettere di fumare. Le e-cig differiscono dai prodotti a tabacco riscaldato ma non bruciato che esistevano da più tempo con lo stesso scopo. Sono meno cancerogeni delle sigarette e, in alcuni casi, hanno aiutato i fumatori a smettere. Ma anche le sigarette elettroniche producono danni all’apparato respiratorio e circolatorio e, soprattutto, sono diventate una sorta di ‘cavallo di Troia’ verso la dipendenza da nicotina, in particolare tra i più giovani.
L’Europa è leader mondiale nel consumo di e-cig, con stime di 20 milioni di utilizzatori in constante crescita, soprattutto nella fascia 18-24 anni dove si proietta, purtroppo, un raddoppio annuale dell’uso di sigarette elettroniche a fronte di una modesta o nulla diminuzione di quelle tradizionali. Le industrie del tabacco stanno ripetendo la strategia menzognera già usata in passato per attrarre i fumatori, minimizzando i danni dei loro prodotti e contando su lobby potenti, oltre che sull’offerta di nuovi posti di lavoro. Che la pubblicità delle e-cig sia diretta soprattutto ai giovani è dimostrato dall’ampio uso dei social e dall’utilizzo di migliaia di sostanze aromatizzanti diverse (frutta, meringa, menta, …).
Come ribadito dalle più alte autorità sanitarie internazionali, “l’industria del tabacco prova di nuovo a vendere la nicotina ai nostri ragazzi in una confezione diversa”. É importante, quindi, unire gli sforzi per rendere noti i rischi dell’uso delle sigarette elettroniche e chiedere una più stretta regolamentazione sull’impiego di una sostanza tra le più capaci d’indurre una dipendenza fisica e psichica.