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Al CRO le cure migliori per ogni paziente

venerdì 19 maggio 2023

La Giornata del malato oncologico offre l’occasione per valorizzare il lavoro dei professionisti dell’Istituto, quotidianamente impegnati per offrire, a ogni persona, una terapia su misura

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La Giornata del malato oncologico, istituita nel 2006 e celebrata nella terza domenica di maggio, ci offre l’occasione per raccontare il lavoro che, da ormai quasi 40 anni, il Centro di Riferimento Oncologico porta avanti quotidianamente, per offrire ai pazienti cure all’avanguardia, grazie allo strettissimo rapporto che ad Aviano esiste, da sempre, tra ricerca e pratica clinica.

Le persone che vivono dopo una diagnosi di tumore, in Italia, sono passate dai 2,5 milioni del 2006 agli oltre 3,6 milioni nel 2020, pari al 5,7% della popolazione nazionale. L’aumento è stato particolarmente marcato a distanza di dieci o 15 anni dalla diagnosi. Allo stato attuale, grazie anche all’evoluzione delle terapie, sempre più ‘su misura’, sono diversi i tumori per i quali è possibile raggiungere una condizione di guarigione.

Il nostro Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico è da sempre all’avanguardia proprio sulla medicina personalizzata, in termini di ricerca, attività clinica, pubblicazioni scientifiche e Grant (con relativi fondi), e, grazie alla sua specificità, conferma la sua attrattività rispetto ai pazienti (circa la metà degli utenti arriva da fuori regione, ndr) ma anche su giovani medici, ricercatori, specializzandi e dottorandi, che scelgono il CRO per completare il loro percorso di formazione. Tra le numerose eccellenze che caratterizzano l’attività del nostro Centro, oggi vogliamo porre l’attenzione su due ambiti, quello della cura dei linfomi e l’oncologia di precisione.

TERAPIE INNOVATIVE PER I LINFOMI. Negli ultimi sei anni, nell’ambito della SOC di Oncologia Medica e dei Tumori Immunocorrelati diretta da Michele Spina, si è assistito a una crescita importante dell’attività clinica e di ricerca sui linfomi. Sono state rafforzate le collaborazioni nazionali, soprattutto nell’ambito della FIL, la Fondazione italiana Linfomi (della quale Spina è stato presidente per un biennio, ndr), e sono state create nuove collaborazioni con società scientifiche e gruppi internazionali di ricerca come l’EORTC, il LYSA, l’IELSG e altri.

Inoltre, sono stati attivati studi clinici che, ponendo al centro il paziente, hanno permesso di utilizzare terapie e strategie innovative che fanno del CRO uno dei centri più avanzati nella cura di questa patologia. “In particolare, abbiamo coordinato il più grande studio prospettico nazionale sui linfomi dell’anziano, il cosiddetto Elderly Project, che ha arruolato oltre 1.200 pazienti e ha permesso di validare definitivamente l’utilizzo della valutazione geriatrica per pianificare il trattamento dei linfomi, in modo da offrire un trattamento personalizzato in rapporto non solo alle caratteristiche della malattia, ma anche a quelle del paziente".

"Tutto ciò – prosegue Spina - si è tradotto in un incremento delle pubblicazioni scientifiche (circa dieci all'anno) su prestigiose riviste internazionali e alla possibilità di presentare lavori scientifici ai più importanti congressi nazionali e internazionali, così come la partecipazione alla stesura di linee guida nazionali (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e internazionali (European Society for Medical Oncology)”. Sempre massima, infine, l’attenzione alla qualità di vita dei pazienti e alle complicanze legate ai trattamenti, con la partecipazione a protocolli ad hoc all’interno della FIL e del network IRCCS Alleanza contro il cancro.

LINFOMA DI HODGKIN NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTE. Dal 2016, il CRO di Aviano è centro coordinatore nazionale per gli studi europei sul Linfoma di Hodgkin nel bambino e nell’adolescente e partecipa attivamente a studi internazionali con farmaci innovativi per le ricadute. Questo linfoma rappresenta circa il 7 per cento dei tumori dell’età pediatrica ed è il più comune tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni. All'interno del consorzio EuroNet-Pediatric-Hodgkin-Lymphoma, che coinvolge 22 Paesi europei, sono stati trattati oltre 3.000 giovani pazienti in un periodo di cinque anni, 560 dei quali in Italia. I risultati ottenuti da queste ricerche, in termini di sopravvivenza e di qualità di vita, sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Oncology.

La strategia adottata dall'Area Giovani del CRO di Aviano, in qualità di centro coordinatore, è stata quella di collegare in rete 40 centri dell'Associazione Italiana Emato-Oncologia Pediatrica (AIEOP) distribuiti in tutto il Paese. Questo approccio consente a ogni bambino o adolescente di ricevere le cure più innovative ed efficaci, senza doversi allontanare dalla propria zona di residenza.

Maurizio Mascarin, coordinatore nazionale degli studi e presidente dal 2023 del consorzio EuroNet, ha istituito una rete per la revisione e discussione dei casi più complessi con Linfoma di Hodgkin. Infine, sono in corso diversi progetti traslazionali che vedono una stretta interazione tra i Laboratori di Immunopatologia e Biomarcatori Oncologici del CRO di Aviano, della Città della Speranza di Padova e dell’Istituto Humanitas di Milano.

GENETICA E TUMORI: ONCOLOGIA DI PRECISIONE. Al CRO, lo studio delle alterazioni genetiche e genomiche dei tumori rappresenta un consolidato campo di ricerca. Il Centro è stato il primo in FVG a dotarsi delle tecnologie di Next Generation Sequencing e, da fine 2022, è uno dei tre centri in regione con i requisiti indicati dal Ministero della Salute per poter effettuare i test di profilazione genomica. Inoltre, già dal 2015 le competenze di oncologia molecolare sono state trasferite al servizio dei pazienti, grazie a un percorso integrato di Diagnostica molecolare dei tumori solidi (DMTS).

“A oggi – spiega Gustavo Baldassarre, direttore dell’Unità di Oncologia molecolare del CRO e presidente eletto della SIC, la Società italiana di cancerologia - abbiamo effettuato oltre 1.400 analisi su biopsia solida (tessuto tumorale) e 1.500 su biopsia liquida (prelievo sanguigno per la valutazione di marcatori di DNA tumorale circolante), per un totale di oltre duemila pazienti che hanno potuto beneficiare di una diagnosi molecolare. Questi referti, che integrano le diagnosi patologiche e sono discussi in meeting multidisciplinari, permettono di offrire a ogni persona la migliore cura possibile, nell’ottica di una vera e concreta oncologia di precisione”.

Il lavoro segue le linee guida nazionali (AIOM) ed europee (ESMO), applicandole secondo i più rigorosi standard di qualità. Non a caso quello del CRO è uno dei primi laboratori di oncologia molecolare in Italia già accreditati secondo le norme UNI EN ISO 15189 (Accredia, dal 2022). Questa struttura è poi fortemente integrata con tutte le altre attività di diagnostica e cliniche.

“Come IRCCS oncologico, non ci fermiamo mai al presente, ma guardiamo al futuro, nell’ottica di migliorare continuamente le cure”, prosegue Baldassarre. “Io stesso ho contribuito, già nel 2019-20, a stilare le linee guida, preparate dalla rete degli IRCCS - Alleanza Contro il Cancro, per l’implementazione dei Molecular Tumor Boards (MTB), riprese dal Ministero della Salute e approvate dalla Conferenza Stato-Regioni. Gli MTB, da non confondere con i gruppi multidisciplinari di patologia, definiscono il percorso clinico dei pazienti che potrebbero beneficiare di analisi di profilazione genomica ampia per l’accesso a specifici trattamenti personalizzati, al di la di quelli già approvati per la loro malattia. Il CRO ha già attivato il suo Molecular Tumor Board ed è pronto a collaborare con tutte le realtà regionali, nazionali e internazionali, per migliorare i percorsi che uniscono la ricerca e la pratica clinica”.