Studi clinici

Studio osservazionale, prospettico, multicentrico sull’utilizzo combinato dei reperi cutanei e dell’ecografia per la verifica intraprocedurale della posizione della punta dei FICC (Femorally Inserted Central Catheters) in vena cava inferiore

Ricercatore principale

Descrizione

Il posizionamento di cateteri venosi centrali a inserzione femorale (Femorally Inserted Central Catheter, FICC) è una procedura comune nella pratica clinica: il sito femorale rappresenta un’alternativa per l’accesso venoso centrale in pazienti che hanno controindicazioni relative o assolute all’inserimento di cateteri centrali da vene periferiche del braccio (Peripherally Inserted Central Catheter, PICC) o da vene della regione cervico-toracica (Centrally Inserted Central Catheter, CICC).

Il posizionamento di un FICC richiede la venipuntura di una vena a livello della regione inguinale o della coscia – vena femorale comune (VFC), vena femorale superficiale (VFS) – attraverso la punta del catetere che di solito viene posizionata nella vena cava inferiore.

Le principali indicazioni al posizionamento di un FICC sono:

  • pazienti oncologici candidati a chemioterapia con ostruzione della vena cava superiore (VCS);
  • pazienti con trombosi venosa e/o linee centrali preesistenti nelle vene affluenti della VCS;
  • pazienti traumatizzati e ipovolemici che richiedono un accesso venoso immediato per il ripristino volemico e le fasi della rianimazione;
  • pazienti con insufficienza renale acuta e difficoltà o impossibilità di inserimento del catetere per dialisi non tunnellizzati in regione sopraclaveare;
  • pazienti degenti in terapia intensiva nei quali l’inserimento di un PICC o un CICC può essere difficile o impossibile a causa di alterazioni patologiche degli arti superiori e della regione cervico-toracica (ustioni, interventi chirurgici estesi ecc.);
  • pazienti non collaboranti con disturbi cognitivi che possono beneficiare di un FICC a causa dell’elevato rischio di rimozione accidentale o volontaria di un PICC o un CICC.

Il controllo intraprocedurale della posizione della punta è da preferire rispetto al controllo post-procedurale poiché quest’ultimo si associa a un aumento dei tempi della procedura, con dispendio di risorse, e a potenziali danni per il paziente. Utilizzare metodi per identificare la posizione della punta del catetere durante la procedura di inserimento (cioè "real-time") si associa a una maggiore accuratezza, un avvio più rapido della terapia infusionale e a costi ridotti.

In tutti i casi il FICC è un catetere centrale che può essere utilizzato per la somministrazione di qualsiasi tipo di infusione (incluse sostanze vescicanti o irritanti), per la dialisi e per il prelievo di sangue. La punta del FICC può essere posizionata nella vena cava inferiore (VCI), nell’atrio destro (AD) o alla giunzione fra i due.

Quando si pianifica che la punta del FICC si trovi in vena cava inferiore, si utilizza la stima della lunghezza mediante reperi cutanei. La posizione in piena VCI nei pazienti adulti si trova a una distanza di 25 cm dal solco inguinale, sopra le vene iliache e sotto le vene renali. Esistono però dei posizionamenti indesiderati e potenzialmente pericolosi:

  • le vene iliache (rischio di trombosi venosa e malfunzionamento del catetere);
  • la vena lombare mediana e la vena lombare ascendente destra o sinistra (rischio di occlusione, trombosi, dolore lombare);
  • le vene renali (rischio di trombosi);
  • le vene epatiche (particolarmente pericolose in quanto associate a un alto rischio trombotico).

Tuttavia al momento non esistono raccomandazioni su quale possa essere la migliore metodologia intraprocedurale per assicurare che la punta del FICC sia effettivamente in piena VCI.

Questo studio si propone di valutare la efficacia dell’utilizzo combinato dei reperi cutanei e dell’ecografia per il corretto posizionamento della punta del FICC nella vena cava inferiore in una serie di pazienti adulti. La punta verrà posizionata a una distanza di 25 cm dal solco inguinale e verrà eseguito un controllo ecocardiografico intraprocedurale con finestra preferibilmente sottocostale, effettuando il bubble test e annotando il ritardo di comparsa delle microbolle. La posizione finale del FICC verrà poi verificata con un controllo radiologico post-procedurale.

Stato

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