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World Cancer Day 2016

giovedì 28 gennaio 2016

In occasione della giornata mondiale contro il cancro, l’Istituto Nazionale Tumori di Aviano divulgherà, domani, dalle 14.30, informazioni e considerazioni riguardo le abitudini al fumo di sigaretta, ivi compresi i dettagli dello studio che sta per iniziare sui pazienti ricoverati nella struttura.

In occasione della giornata mondiale contro il cancro, l’Istituto Nazionale Tumori di Aviano divulgherà, domani, dalle 14.30, informazioni e considerazioni riguardo le abitudini al fumo di sigaretta, ivi compresi i dettagli dello studio che sta per iniziare sui pazienti ricoverati nella struttura.

IL DIRETTORE SCIENTIFICO: CURE SEMPRE PIÚ  COSTOSE, SPOSTARE IL FOCUS SULLA PREVENZIONE

«L’intero pianeta rivolge oggi il proprio sguardo, la propria attenzione, la propria solidarietà - dice Paolo De Paoli, Direttore scientifico del CRO - a sostegno dell’infinita battaglia che la medicina combatte da secoli per sconfiggere il male dei mali. Lo fa grazie all’iniziativa sapientemente promossa dall’Unione Internazionale per la lotta contro il cancro che ogni anno ci offre la possibilità di fare il punto sullo stato delle cose. Ebbene, appare sempre più evidente che a fronte di cure avanzate, ma costose e di difficile sostenibilità per l’intero sistema sanitario, occorre lavorare sulla prevenzione.
L’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano è impegnato su più fronti: diffondere quanto più possibile la conoscenza, dare un forte impulso alla ricerca in campo preventivo, individuare con rapidità la formazione di nuove neoplasie e gestire al meglio pazienti che hanno già ricevuto una prognosi temporaneamente sfavorevole».

L’EPIDEMIOLOGO: 1 ITALIANO SU 3 È FUMATORE ABITUALE / GIRO D’AFFARI DA OLTRE 40 MILIONI DI EURO AL GIORNO / IL 25% DEI DECESSI IN EUROPA CAUSATI DAL FUMO

Diego Serraino, direttore SOC Epidemiologia e Biostatistica IRCCS CRO.
Nonostante i danni causati dal fumo alla salute siano chiaramente documentati e noti al largo pubblico, nonostante le leggi sul divieto di fumare in locali pubblici siano, in Italia, sempre più restrittive, quasi un cittadino italiano su tre (il 28% circa) è un fumatore abituale. Questo significa che in Italia circa 14 milioni di persone, ogni giorno, si comprano la loro dose di nicotina, il principio attivo del fumo che procura dipendenza. Una dipendenza che muove più o meno milioni di euro al giorno (quasi 15 miliardi l’anno), di cui il 75% sono tasse – introiti per le casse dello stato. Come è ben chiaro che la guerra contro il cancro non si possa vincere senza un appropriato contrasto del fumo, altrettanto chiaro è che la guerra al fumo si vince aumentando il prezzo delle sigarette. E’ questo il primo obiettivo attuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, inasprire le tasse sul fumo, e recuperare risorse per la prevenzione del cancro. Il 25% delle morti in Europa e il 30% negli USA sono causate dal fumo.

ITALIA: BUSINESS ED ECATOMBE

Business
Fumatori: circa 14 milioni, di cui 7,5 milioni maschi, 6,5 milioni femmine
Media giornaliera pro-capite: 13 sigarette
Costo medio del pacchetto da 20: 4,40 euro, media/sigaretta: 0,22 euro
Spesa media giornaliera pro-capite 2,90 euro
Spesa media giornaliera degli Italiani: 40 milioni 600 mila euro
Ogni anno se ne vanno in fumo 14,8 miliardi di euro cui va aggiunto il costo di sigari e tabacco da pipa

Danni sanitari

Il 25% delle 550 mila morti annue in Italia sono causate dal fumo: 140.000 morti evitabili. Dei 150 mila decessi annui per tumore, almeno 50 mila sono dovuti al fumo (30 mila per tumore del polmone) / Oltre 90 mila morti annue in Italia per
infarto, ictus, malattie vascolari, renali e varie altre patologie sono dovute al fumo

L’ONCOLOGO: «ENORMI PROGRESSI NELLA TERAPIA, MA LA CHIAVE RESTA LA PREVENZIONE»

Alessandra Bearz, dirigente all’Oncologia Medica IRCCS CRO.
Enormi progressi sono stati compiuti nella terapia del carcinoma del polmone e nella sua diagnosi precoce. Se fino venti anni fa non esistevano medicine riconosciute attive in questo campo, al giorno d'oggi esistono svariati farmaci attivi, chemioterapici, farmaci a bersaglio molecolare ed agenti immunostimolatori che possono essere efficacemente utilizzati in sequenza. I malati di tumore polmonare possono fare affidamento, oggi al CRO, sulle terapie farmacologiche maggiormente avanzate e orientate verso una medicina sempre più di precisione e adattata alla singola persona, essendo disponibili molte terapie standard ma anche approcci innovativi e sperimentali che permettono un accesso alle novità ben più rapido. Fondamentale, tuttavia, è la prevenzione: perché se è importante curare la malattia conclamata, è ancora più importante che gli stili di vita siano adeguati per prevenire lo sviluppo del tumore del polmone. Il riconoscimento fin dall’età scolare del fumo come causa principale di tumore del polmone, ha già avuto un iniziale significativo impatto nell'indurre un decremento della patologia. Studi sono in corso di validazione per la individuazione di uno screening efficace per la prevenzione nella popolazione maggiormente a rischio.

NON È MAI TROPPO TARDI PER SMETTERE DI FUMARE

Antonella Zucchetto, dirigente statistico a contratto Epidemiologia e Biostatistica IRCCS CRO.
Ho già il tumore, perché dovrei di smettere di fumare? E’ questo il pensiero di molte persone ammalate di tumore, smettere di fumare è inutile, la malattia c’è già. Oggi sappiamo che non è così, i recenti studi scientifici mostrano chiaramente che smettere di fumare anche dopo una diagnosi di tumore porta dei benefici per la salute. Studi condotti presso l’IRCCS CRO di Aviano hanno dimostrato che i fumatori cui viene diagnosticato il tumore della mammella, della prostata o il linfoma d Hodgkin vedono diminuire fino al 70% la loro attesa di vita dopo la diagnosi. I fumo di tabacco, infatti, può ridurre la risposta alle terapie e aumentare il rischio di effetti collaterali delle terapie stesse e causare la morte per altre malattie acute. Inoltre, poiché un numero sempre maggiore di persone guarisce dal tumore, smettere di fumare riduce negli anni il rischio di sviluppare altre gravi malattie, inclusi malattie cardio-vascolari (l’infarto del miocardio, l’ictus) e secondi tumori. Se questo non è sufficiente per smettere… l

LO STUDIO IN ISTITUTO

Luigino dal Maso, dirigente statistico di Epidemiologia e Biostatistica all’IRCCS CRO di Aviano.
I fumatori che si ammalano di tumore hanno una probabilità di sopravvivenza del 50% inferiore a quella dei non fumatori con lo stesso tumore. Su questi presupposti scientifici è stata avviata una ricerca per stimare quanti dei pazienti ricoverati siano fumatori e quanti di essi smettono di fumare dopo la diagnosi. Ricerche analoghe scarseggiano ma in campo oncologico questa nuova area di ricerca riveste una importanza cruciale. Infatti, moltissimi malati oncologici non riescono a trarre vantaggio dai progressi diagnostici e terapeutici perché penalizzati a causa della loro dipendenza dalla nicotina. Tra i 2 milioni e 500 mila persone che in Italia vivono dopo la diagnosi di un tumore, 1 milione e 300 mila sono fumatori. E’ a essi che si rivolge la nuova ricerca del CRO, con interviste al letto di 600 pazienti, uomini e donne di varie età e affetti da diversi tipi di tumori. Alle visite di controllo – fino a 12 mesi dopo la diagnosi - sarà chiesto loro se hanno smesso di fumare e come ci sono riusciti. Chi ha provato senza successo, sarà indirizzato ai centri antifumo delle ASL di residenza. Lo studio avrà una durata di 12 mesi, è finanziato dalle donazioni del 5xmille che riceve il CRO e i risultati saranno disponibili nei primi mesi del 2017.

IL VOLONTARIATO NELLA PREVENZIONE DEI TUMORI: PRIORITARIO SVILUPPARE UN PROCESSO DI EMPOWERMENT NELLA GESTIONE DELLA SALUTE

Marilena Bongiovanni, Presidente Angolo, associazione di volontariato.
Secondo la recente classifica dell’agenzia Bloomberg (10/2014), il SSN in termini di efficienza è primo in Europa e terzo nel mondo. Questa è una buona notizia. Ma ci chiediamo: quanto durerà la sostenibilità del SSN così come noi lo conosciamo? In assenza di un significativo cambio di rotta, siamo vicini al naufragio, anche in tempi molto brevi? Nuovi scenari si profilano in Sanità, per vari motivi: aumento progressivo delle malattie croniche, invecchiamento della popolazione e tagli alla spesa sanitaria. Il SSN può fare molto per arginare o limitare l’insorgenza di alcune patologie croniche, spingendo sugli stili di vita e sulla prevenzione. Le associazioni dei pazienti e di Volontariato sono fortemente coinvolte nell’opera di divulgazione della cultura  della prevenzione e pensano sia necessario il loro contributo anche riguardo ad alcuni aspetti gestionali-organizzativi della Sanità. Poiché il rischio di ammalarsi di cancro può, in parte, ridursi adottando stili di vita sani e la prognosi risulta enormemente migliorata con la diagnosi precoce, il Codice europeo contro il cancro, creato nel 1987, lanciato nella sua IV edizione il 14-10-2014, ha lo scopo di fornire ai cittadini informazioni fondamentali per la salute attraverso 12 raccomandazioni, volte alla prevenzione. Il primo concetto che il Codice enfatizza è l’importanza di evitare il tabacco, quindi di abolire l’abitudine al fumo, infatti, i primi due articoli recitano di non fumare, di non consumare nessuna forma di tabacco, di rendere la propria casa libera dal fumo e di sostenere le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo al lavoro. Sviluppare un processo di empowerment sia individuale, sia di comunità, nella gestione della salute è prioritario. Il costrutto di empowerment ha alla base concetti come la fiducia nelle risorse e nelle capacità dell'individuo (il self empowerment, cioè la capacità di migliorarsi), il senso di responsabilità, la possibilità e la capacità di incidere e di costruire la realtà, l'aumento delle proprie competenze. Perché serve più empowerment? Perché dobbiamo migliorare l'organizzazione sanitaria, stare al passo con i tempi, capire insieme cosa sta cambiando e trovare le soluzioni appropriate. Sviluppare politiche di prevenzione, agendo sugli stili di vita e motivando i MMG. Il Manifesto europeo dei diritti del malato oncologico, presentato il 4 febbraio 2014 presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, recita WEALTH IS HEALTH, le risorse appropriate, la prevenzione, i trattamenti innovativi e la riabilitazione, riducono il “peso” del cancro, contribuiscono alla rinascita dell’economia europea e delle rispettive popolazioni. Il Benessere economico è Salute, ma la Salute è anche benessere economico.

IL PAZIENTE: «CE L’HO FATTA, MA NON EMULATEMI»

Il fumo fa male. Ho iniziato a lavorare a 13 anni, in officina a Maniago, facevamo coltelli. Nel 1970 sono stato assunto alla Zanussi, dove ho lavorato per 28 anni. All’inizio in fonderia, dopo un periodo di formazione in Svizzera, e ne sono diventato presto il responsabile coordinando l’attività di 6 operai fino a raggiungere il numero di 40. A 22 anni circa, dopo il servizio di leva, ho iniziato a fumare e ho sempre fumato. Nel 1975, a 35 anni, ho avuto un gravissimo incidente automobilistico che mi ha costretto a 9 mesi di degenza in ospedale,provocandomi come conseguenza  nel 1983 un aneurisma aortico post-traumatico con conseguente intervento al cuore. Ho concluso la mia attività lavorativa, con l’inserimento nel centro meccanografico, viaggiando in Italia preso le varie filiali Zanussi, come consulente organizzativo, responsabile dell’help-desk. Dopo la pensione a 50 anni, ho raddoppiato il numero delle sigarette fumate nella giornata. Riguardo all’aver cura di me e della mia salute, come mi dicono, sono stato stramonello, cioè incauto e superficiale. Nel 2011, a 63 anni, mi sono ammalato di cancro al polmone e ho subito un intervento per l’asportazione del tumore, nel lobo superiore destro. È seguita una chemioterapia abbastanza debilitante e tante sedute di radioterapia. In seguito ho iniziato un ciclo di controlli di pneumologia e di oncologia. Dopo aver assistito al CRO a un incontro (incontri a tema, Patient Education) con Vittore Pagan, chirurgo oncologo che illustrava l’importanza della riabilitazione respiratoria dopo un intervento chirurgico come il mio, ho approfondito e intensificato i miei cicli di riabilitazione. In effetti, per me quell’incontro è stato importante, ho contattato il fisioterapista responsabile della riabilitazione ottenendo giovamento notevole fin dal secondo incontro. La mia è una storia emblematica di un paziente che ce l’ha fatta, nonostante tutto. Ma non fate come me, non emulatemi. Gianfranco

Ufficio Stampa
IRCCS CRO Aviano
Massimo Boni
news@cro.it