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Smettere di fumare allunga la vita anche dopo il tumore

giovedì 31 maggio 2018

Oggi è la giornata mondiale senza tabacco – Studio del CRO finanziato dalla LILT ad Aviano, Trieste e Napoli

AVIANO (PN), 31 maggio 2018 – In occasione della giornata mondiale senza tabacco che si celebra oggi in tutto il mondo, il CRO ricorda che chi continua a fumare dopo la diagnosi di un tumore ha il 50% di probabilità in più di morire nei 5 anni successivi rispetto a chi smette. Su tali, consolidate basi scientifiche, è stato condotto in Istituto uno studio sulle abitudini al fumo tra i pazienti oncologici ricoverati. 

«Guarire dopo il tumore si può – ha detto Paolo De Paoli, già Direttore scientifico del CRO e promotore dello studio finanziato dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di Pordenone, Udine, Trieste, Catania e Napoli – ma continuare a fumare dopo la diagnosi peggiora di molto le probabilità che ciò possa accadere».

Non è solo un problema di salute individuale, perché «curare i tumori ha anche costi economici altissimi per i conti pubblici, risorse che rischiano di essere bruciate con le sigarette» aggiunge Diego Serraino, direttore di Epidemiologia Oncologica e del registro tumori del Friuli Venezia Giulia. Tra 995 pazienti ricoverati al CRO intervistati, il 50% o aveva smesso di fumare al momento della diagnosi (28%), o continuava Anche dopo (22%). Questo significa che in FVG circa 2.500 delle 11.000 persone alle quali ogni anno viene diagnosticato un tumore continua a fumare. «Aspettiamo di concludere la raccolta dati anche nella Chirurgia dell’Ospedale di Cattinara di Trieste e dell’Istituto Nazionale dei Tumori Pascale di Napoli – ha detto ancora Serraino – per valutare quanti, di questi fumatori, decidono di smettere entro dodici mesi dalla diagnosi. Ma il messaggio è chiaro: il fumo non è solo la causa principale di numerose neoplasie ma anche di morte dopo la diagnosi. Smettere, quindi, non è mai troppo tardi, neanche dopo il tumore… »

 
Ufficio Stampa | IRCCS CRO Aviano