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Robotica, proton e immunoterapia per sconfiggere il carcinoma squamoso dell’orofaringe, convegno il 9 al CRO

martedì 5 marzo 2019

Chirurgia robotica, protonterapia e immunoterapia sono le novità più recenti nella cura del carcinoma squamoso dell’orofaringe, neoplasia che comprende oltre il 95% dei tumori orofaringei localizzata a livello della tonsilla, della base e del terzo posteriore della lingua, del palato molle e delle pareti laterali e posteriore del faringe.

Aviano (PN), 5 marzo 2019 – Chirurgia robotica, protonterapia e immunoterapia sono le novità più recenti nella cura del carcinoma squamoso dell’orofaringe, neoplasia che comprende oltre il 95% dei tumori orofaringei localizzata a livello della tonsilla, della base e del terzo posteriore della lingua, del palato molle e delle pareti laterali e posteriore del faringe.

Di questi, e di altri up-date tratterà il congresso organizzato per il 9 marzo prossimo al CRO di Aviano dal gruppo multidisciplinare per la gestione dei tumori della sfera capo-collo in cui operano in un’unica équipe professionisti dell’Istituto Nazionale Tumori e dell’Ospedale di Pordenone. «Un’occasione di confronto – commentano i promotori – tra specialisti di esperienza che si occupano di epidemiologia, eziopatogenesi, diagnosi e trattamento dei carcinomi dell'orofaringe».

I molteplici temi che riguardano gli approfondimenti (epidemiologici, molecolari e genetici, diagnostici e terapeutici innovativi), costituiranno gli argomenti principali in discussione per offrire ai partecipanti un aggiornato stato dell'arte sulla gestione multidisciplinare della neoplasia con finalità di promozione del dibattito sulle ultime evidenze scientifiche e di proposta per possibili nuovi progetti di ricerca multicentrici.

«Nell'ultima decade – aggiungono ancora gli organizzatori – vi sono stati dei progressi fondamentali nella determinazione dei fattori prognostici e nell'approccio diagnostico e terapeutico del carcinoma squamoso dell'orofaringe. Nel 2012 l'OMS ha riconosciuto il Papilloma Virus Umano (HPV) come cancerogeno di gruppo 1 per il carcinoma squamoso orofaringeo. I carcinomi orofaringei indotti dall'infezione dal HPV presentano una prognosi migliore rispetto a quelli legati ai classici fattori di rischio, fumo e alcol. Per il diverso comportamento biologico e la migliore prognosi nell'ottava edizione del TNM, entrata in vigore nel 2018,  è stata prevista una diversa stadiazione per i carcinomi HPV positivi e negativi.  Mentre HPV rappresenta un ottimo marcatore prognostico indipendente, sono tutt’ora ancora assenti marcatori molecolari consolidati che siano in grado di definire la prognosi nelle neoplasie HPV negative. L'approccio terapeutico dei carcinomi orofaringei è spesso multimodale (combinazioni tra chirurgia, radioterapia e chemioterapia) e in caso di neoplasia HPV indotta si stanno affermando dei protocolli per la de-escalation del trattamento».

 

Ufficio stampa | IRCCS CRO di Aviano