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Nuova tecnica mini-invasiva per rimuovere i polipi dell'appendice

venerdì 4 agosto 2023

Il team della Gastroenterologia Oncologica e della Chirurgia Oncologica del CRO ha realizzato, per la prima volta, un intervento che unisce endoscopia e laparoscopia, riducendo il rischio di complicanze per il paziente

strumentazione Gastroenterologia

Il Centro di Riferimento Oncologico si conferma all’avanguardia anche nella prevenzione dei tumori dell'apparato digerente. Al CRO, infatti, è stato eseguito un intervento innovativo, utilizzando una nuova tecnica che ha unito endoscopia e laparoscopia per rimuovere un polipo del ceco e dell'appendice a rischio di cancerizzazione.

Il cancro del colon-retto, seconda forma tumorale più frequente in Italia, ha spesso origine da polipi adenomatosi, tumori benigni dovuti al proliferare delle cellule della mucosa intestinale, che possono trasformarsi, negli anni, in maligni. Queste formazioni possono essere individuate per tempo attraverso lo screening gratuito (rivolto a uomini e donne di età compresa tra 50 e 74 anni) con la ricerca del sangue occulto nelle feci.

Recenti studi, tra i quali quello da poco pubblicato sulla rivista Endoscopy, indicano anche un'altra tipologia di polipo, cosiddetto serrato, che è meno visibile durante le indagini endoscopiche ma che, per le sue caratteristiche genetiche, presenta un elevato rischio di evoluzione verso una forma invasiva di cancro. Per questo, la Regione Friuli Venezia Giulia, tra le prime in Italia, lo ha inserito nel programma dei controlli periodici.

Tra i polipi più insidiosi, per la loro sede anatomica difficilmente raggiungibile, ci sono quelli che interessano il ceco e l’appendice. In questo caso, le normali tecniche operatorie non sono esenti da complicanze. Nel caso di rimozione endoscopica della lesione nel ceco, con la resezione a tutto spessore (EFTR, ovvero Endoscopic Full-Thickness Resection), si potrebbe non rimuovere completamente il polipo e c’è un 15-20 per cento di possibilità di sviluppare un’appendicite acuta. Se, invece, si opta per l’appendicectomia (ovvero per la rimozione dell'appendice), c'è il rischio di non riuscire ad asportare tutta la lesione. L’alternativa chirurgica è un intervento più invasivo, con maggiore rischio di complicanze.

La nuova tecnica operatoria eseguita al CRO da Claudio Belluco, Direttore facente funzioni della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Oncologica Generale, e da Stefano Realdon, dirigente medico della Gastroenterologia Oncologica e Sperimentale, mira proprio a ridurre notevolmente le complicanze per il paziente. Nel corso dello stesso intervento, sono state utilizzate, in combinata, l’endoscopia EFTR e la laparoscopia per rimuovere completamente la lesione all'interno del ceco e l’appendice stessa.

Questa innovazione interventistica è stata resa possibile dalle tecnologie avanzate a disposizione e dalle competenze dei professionisti dell'Istituto, da sempre votati a un lavoro di équipe. Al CRO, infatti, la presa in carico del paziente può contare su un Gruppo Multidisciplinare Oncologico dell’Apparato Digerente, coordinato dal professor Renato Cannizzaro, che, grazie all’apporto di numerosi specialisti (di Anatomia Patologica, Chirurgia, Medicina Nucleare, Oncologia Medica, Oncologia Radioterapica, Radiologia, Farmacologia, Gastroenterologia, Immunopatologia, Epidemiologia, Farmacia, Oncologia Molecolare e Nutrizione), punta a giungere alla migliore prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori gastrointestinali.