La resistenza alla terapia per il tumore luminale della mammella
Un nuovo studio condotto dal CRO sui modelli innovativi derivati da pazienti

È stata pubblicata sull’importante rivista The Journal of Pathology una ricerca traslazionale che da anni coinvolge le strutture di Oncologia molecolare, Anatomia patologica, Chirurgia oncologia del seno e Oncologia medica – tutte afferenti alla Breast Unit del CRO di Aviano – incentrata sui meccanismi di resistenza alla terapia nelle pazienti con tumore luminale della mammella.
Il tumore luminale della mammella, positivo per i recettori ormonali, è il tumore al seno più comune e colpisce circa 40.000 donne l’anno solo in Italia. In caso di tumore luminale in fase avanzata, il trattamento in prima linea prevede la terapia ormonale combinata a una nuova classe di farmaci a bersaglio molecolare, noti come inibitori delle chinasi CDK4/6. Questa nuova terapia è molto attiva e ha significativamente migliorato la prognosi delle pazienti ma, purtroppo, nella maggior parte dei casi, nel corso degli anni successivi, si osserva la comparsa di resistenza agli inibitori delle CDK4/6, con progressione della malattia.
In questo ambito lo studio guidato da Barbara Belletti, ricercatrice dell’Oncologia molecolare del CRO, e supportato dai finanziamenti di AIRC e del Ministero della Salute, ha dimostrato, utilizzando modelli innovativi derivati da pazienti (PDX), che esiste la possibilità di superare la resistenza a questi farmaci.
“Siamo molto grati sia alle pazienti che, firmando un consenso informato, hanno donato per la ricerca i campioni di tumore dopo chirurgia, sia alle altre strutture afferenti alla nostra Breast Unit che, attraverso una stretta collaborazione, ci hanno consentito di generare modelli PDX da circa 30 diversi tumori della mammella” spiega la dott.ssa Belletti. “Questi modelli di studio, generati grazie ai tessuti tumorali delle pazienti, sono complessi, molto lunghi da ottenere, ma estremamente preziosi per studiare la malattia umana, perché molto fedeli al tumore della paziente da cui originano. Grazie a questi PDX abbiamo potuto effettuare analisi biologiche e molecolari per definire quali alterazioni molecolari sono associate alla resistenza agli inibitori delle CDK4/6”.
“Dopo anni di lavoro, attraverso tecniche di sequenziamento dell’RNA e validazione in campioni umani, siamo riusciti a identificare uno dei meccanismi attraverso cui il tumore riesce a evadere il blocco della crescita imposto dagli inibitori di CDK4/6, tramite l’attivazione della via di MTORC1. E sempre grazie ai nostri modelli siamo riusciti a superare questa farmaco-resistenza e ri-sensibilizzare il tumore alla terapia” spiega Ilenia Segatto, ricercatrice sanitaria dell’Oncologia molecolare del CRO e primo autore della pubblicazione.
“Da sempre sono un fautore della collaborazione multidisciplinare, che poi è una caratteristica del nostro Istituto. In questi anni, come direttore della Breast Unit, ho sempre supportato e stimolato questo tipo di ricerche” commenta Samuele Massarut, direttore del Dipartimento di oncologia chirurgica e della Breast Unit. “Il lavoro appena pubblicato è la dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta e che la sinergia e la collaborazione costruita negli anni fra le nostre strutture cliniche e molecolari è essenziale per raggiungere obiettivi scientifici e traslazionali di rilievo, in perfetta sintonia con la mission del nostro Istituto come IRCCS”.
Queste scoperte rappresentano un piccolo primo passo verso la possibilità di trasferire le nuove conoscenze alla clinica, impattando positivamente sulla prognosi delle pazienti con tumore al seno luminale. Ora le ricerche proseguiranno in tale direzione.