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Al CRO avanguardia scientifica e impegno da oltre trent'anni

lunedì 3 settembre 2018

La Divisione di Oncologia Medica e Tumori Immunocorrelati si è distinta per le ricerche sui tumori HIV correlati, i linfomi e le neoplasie post trapianto | L’attenzione per il Paziente anziano | La positiva collaborazione con Pordenone e i programmi di sviluppo futuri

Quella della Struttura Operativa Complessa di Oncologia Medica e Tumori Immunocorrelati del CRO, è una storia di avanguardia e impegno che da oltre trent’anni, come nel caso dei linfomi e delle neoplasie in HIV, fa dell’Istituto un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.

Gli ambiti assistenziali e di ricerca della SOC riguardano le neoplasie solide (polmone, capo-collo e tratto genito-urinario) quelle oncoematologiche (linfomi e leucemia linfatica cronica) e i tumori immunocorrelati (infezione da HIV e trapiantati d’organo solido). Specifici campi di interesse riguardano i tumori nei pazienti anziani e le complicanze a lungo termine dei trattamenti oncologici. 

Tumori in HIV. Quest’area di ricerca caratterizza da oltre 30 anni l’Istituto e ha consentito di conoscere la storia naturale di HIV e dei tumori associati ad HIV, di gestire la loro terapia e di contribuire in modo significativo sulla letteratura internazionale, anche in cooperazione con altri gruppi europei, a diffondere informazioni sulle caratteristiche biologiche e cliniche di questa complessa patologia oncologica. «I risultati di diversi studi concepiti ad Aviano condotti in Italia e all’estero – spiega Spina – hanno ridefinito gli standard di trattamento di queste neoplasie facendo sì che l’istituto diventasse riferimento internazionale in questa complessa patologia. Infatti, la gestione dei pazienti immunodepressi richiede una stretta collaborazione multidisciplinare fra oncologi, infettivologi, ematologi, immunologi, patologi, fattibile solo in centri specializzati. Dal 1986  il CRO è anche la sede operativa del GICAT (Gruppo Italiano Cooperativo AIDS-Tumori) che diffonde in tutt’Italia le linee guida di gestione dei Tumori-HIV elaborate proprio al CRO. L’attività clinica sui tumori HIV viene svolta in una clinica dedicata – dice ancora Spina – a cui afferiscono anche pazienti HIV-positivi senza neoplasia».

Tumori post trapianto d’organo. A questo filone di ricerca si è affiancato nel 2014 un progetto che riguarda le neoplasie nei pazienti trapiantati d’organo che proprio per la immunodepressione post trapianto rappresentano un modello di studio, ricerca e assistenziale importantissimo nell’ambito della medicina oncologica. Per rendere questo progetto sostenibile nel tempo, è stato attivato GIOTTO (Gruppo Italiano Oncologico Tumori post-Trapianto Organo solido), équipe di studio multicentrica che coinvolge oncologi, trapiantologi, epidemiologi  e ricercatori traslazionali orientati sull’argomento.

Tumori del Polmone. È la neoplasia solida più frequente che, peraltro, negli ultimi anni ha subito un cambiamento radicale nell’approccio terapeutico. «Conosciamo ormai come i tumori del polmone rappresentino delle entità completamente diverse tra loro – aggiunge Spina – e che le alterazioni molecolari sono ormai il punto cardine per poter stabilire la prognosi e pianificare la terapia. L’integrazione quotidiana tra chirurghi, oncologi medici e radioterapisti con i ricercatori di base è un valore aggiunto per l’approccio in quanto la possibilità di determinare in tempi brevi le caratteristiche molecolari del tumore permette di pianificare una terapia su misura aumentando al massimo le possibilità terapeutiche per il Paziente riducendo al minimo eventuali effetti collaterali». 

Carcinomi del capo-collo. Per la loro epidemiologia e per la loro prognosi sfavorevole rimangono ad oggi una delle patologie oncologiche di maggiore rilevanza sanitaria, soprattutto in FVG dove la loro prevalenza mostra un picco drammatico, con tassi di incidenza pari al 19 casi/100.000 abitanti/anno. La collaborazione multidisciplinare esistente da molti anni tra la divisione ORL dell’Azienda Ospedaliera di Pordenone e le Strutture Operative del CRO coinvolte nella patologia oncologica ORL, si è concretizzata con l’attivazione di un nuovo Comitato ORL la cui attività è aperta a tutti i contributi delle varie specialità del CRO, dall’epidemiologia, alla ricerca clinica, alla ricerca di base. L’attività clinica si svolge sia in ambulatori multidisciplinari comuni, sia nelle singole unità afferenti, secondo linee guida di diagnosi e terapia standardizzate. 

Tumore della Prostata. È la neoplasia più frequente tra i maschi (20% dei tumori diagnosticati) a partire dai 50 anni di età. Il Programma Prostata del CRO e dell’Azienda Ospedaliera di PN rappresenta un modello di approccio multidisciplinare che  si inserisce nel  progetto nazionale PerStep, percorso in ambito uro oncologico finalizzato sia alla creazione e condivisione di un percorso diagnostico terapeutico nel tumore della prostata sia a fornire risposte concrete a pazienti e familiari in un ambulatorio dove vari specialisti consigliano l’approccio terapeutico più idoneo. La multidisciplinarietà rappresenta un approccio vincente in cui urologi, oncologi, radioterapisti, patologi e psicologi lavorare in sinergia nell’ottica di una migliore gestione del paziente. Da oltre quindici anni il Gruppo Interdisciplinare per lo Studio e Cura del Cancro della Prostata, nato dalla collaborazione tra la Radioterapia del CRO e l’Urologia dell’Ospedale di PN, si incontra settimanalmente per una discussione multidisciplinare interaziendale dei casi con coinvolgimento di altri specialisti, questo progetto rappresenta un passo avanti mettendo al centro non il tumore della prostata ma la persona con le problematiche  legate alla sua patologia. 

Linfomi. La ricerca sui linfomi rappresenta da sempre il fiore all’occhiello dell’attività della SOC prima con la partecipazione agli studi dell’EORTC (European Organization for Research and Treatment of Cancer) e negli ultimi anni assumendo un ruolo di guida nell’ambito della Fondazione Italiana Linfomi di cui attualmente Spina è presidente. La ricerca ha prodotto numerosi lavori riconosciuti come pietre miliari sia per quanto riguarda la patogenesi di alcune forme di linfoma e i rapporti con gli agenti virali, sia per la diagnosi / terapia. Nell’ambito dei linfomi correlati agli agenti virali e per quelli nei pazienti anziani, l’Istituto si pone come guida in Italia e all’estero. 

Leucemia linfatica cronica. La Divisione, in collaborazione con quella di Oncoematologia Clinica e Sperimentale, ha avviato un programma di ambulatori multidisciplinari che rappresenta un importante tassello nella gestione di questa patologia dove sempre più ola scelta terapeutica è strettamente legata alle caratteristiche genetiche della neoplasia. 

Studi clinici controllati. L’istituto è all’avanguardia nel campo degli studi clinici controllati. La possibilità di condurne, infatti, permette ai Pazienti di avere a disposizione farmaci altrimenti non disponibili nella normale pratica clinica. I ricercatori della SOC sono spesso i coordinatori di studi clinici internazionali che sperimentano l’attività di nuove molecole con particolare riguardo agli studi di fase I (spesso con la possibilità di somministrare per al prima volta nell’uomo molecole fino ad allora testate in vitro o nell’animale) che fanno parte di un programma strategico dell’istituto.

Il futuro. Nei prossimi anni l’attività della SOC si concentrerà sulla necessità di integrare al meglio le funzioni di oncologia proprie del CRO di Aviano con quelle del territorio per le patologie di propria competenza, sul miglioramento delle conoscenze scientifiche al fine di offrire ai nostri pazienti innovazione che si spera porti a guarigione.

 

Ufficio Stampa | IRCCS CRO Aviano