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Tumori HIV correlati, rischio di morte quintuplica rispetto ai non affetti

mercoledì 17 gennaio 2018

Ricercatori italiani riuniti in FVG | Vaccher: leadership del CRO confermata | Serraino: fondamentale la prevenzione, primaria e secondaria, nelle persone con deficit acquisiti del sistema immunitario.

Ricercatori italiani riuniti in FVG | Vaccher: leadership del CRO confermata | Serraino: fondamentale la prevenzione, primaria e secondaria, nelle persone con deficit acquisiti del sistema immunitario.

AVIANO (PN), 16 gennaio 2018 – I ricercatori italiani attivi nel campo dei tumori associati ad immunodepressione, in tutti i suoi ambiti di interesse – epidemiologici, virologici, immunologici, clinici e genetico-molecolare – con risvolti che riguardano sia la ricerca di base che quella traslazionale, si ritroveranno venerdì 19 gennaio, al CRO nell’ambito del congresso nazionale del Gruppo Italiano Cooperativo AIDS-Tumori (GICAT) e del neo Gruppo Italiano Oncologico Tumori-Trapianto d’Organo (GIOTTO).

«Il meeting - precisaEmanuela Vaccher, condirettore di Oncologia Medica A e Responsabile della struttura di Malattie Infettive del CRO, tra gli organizzatori - è una opportunità per uno scambio di idee e progetti di studio finalizzati ad attivare e consolidare la collaborazione fra la ricerca traslazionale e quella di base. L’obiettivo principale rimane sempre il miglioramento della cura del paziente». Diego Serraino, responsabile dell’Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Nazionale Tumori avianese, anticipa alcuni concetti ed evidenze.

«Sono numerose – spiega – le neoplasie provocate dalla perdita, parziale o totale, delle difese immunitarie in pazienti che hanno contratto l’infezione con il virus HIV o che sono state curate con farmaci immunosoppressivi dopo trapianto d’organo. Tra questi tumori, sono soprattutto quelli collegati alle infezioni virali croniche a creare le maggiori difficoltà. Non solo la frequenza dei tumori nelle persone con infezione da HIV o con l’AIDS e nei trapiantati di organo è di circa due volte maggiore di quanto si osserva nelle persone dello stesso sesso ed età della popolazione generale, ma queste neoplasie sono spesso causa di morte prematura. Ne fanno parte alcune tipologie di linfomi, il tumore del polmone, del fegato e del rene, principalmente. Un tumore era tra le cause di morte riscontrate nel 29% di 2.515 persone decedute in Italia con l’AIDS tra il 2006 e il 2010 mentre tra 2.832 persone sottoposte a trapianto di fegato, i tumori sono risultati 1.8 volte più frequenti che nella popolazione generale, con un conseguente aumento del rischio di morte di 4.7 volte. Dati, questi – conclude Serraino – che sottolineano ulteriormente l’esigenza di prevenzione oncologica primaria e secondaria nelle persone con deficit acquisiti del sistema immunitario».

La centralità del CRO in Italia anche in ordine ai tumori HIV correlati è confermata dal valore del convegno: «Oltre trent’anni e di attività nella gestione dell’infezione da HIV ha permesso al nostro Gruppo Multidisciplinare – ha aggiunto ancora Vaccher – di conoscere la storia naturale di HIV e dei tumori ad essa associati, di gestirne la terapia e di contribuire in modo significativo sulla letteratura internazionale, anche in cooperazione con altri gruppi europei, a diffondere informazioni sulle caratteristiche biologiche e cliniche di questa complessa patologia oncologica. La leadership del CRO nell’Oncologia in HIV trova conferma nel ruolo attivo dell’Istituto in un Panel Nazionale coordinato dal Ministero della Salute, responsabile della stesura delle linee guida di gestione e terapia dell’infezione da HIV e delle patologie ad essa associate».

Ufficio Stampa
IRCCS CRO Aviano